Lo Studio, fondato nel 1993 dal titolare, Avv. Antonino Salerno, fornisce assistenza giudiziale e stragiudiziale in tutti i settori del diritto civile e penale.
Lo Studio ha mantenuto una dimensione contenuta, tale da permettere un contatto diretto continuativo tra il professionista e il cliente, senza alcun filtro, aspetto che costituisce il vero punto di forza dell'attività di consulenza, consentendo il contenimento del costo per pratica, preventivamente comunicato al cliente.
Lo Studio Legale Salerno si avvale di rapporti di partnership consolidati con Colleghi specializzati negli ambiti del diritto del lavoro, penale, amministrativo e tributario ed è grazie a queste collaborazioni che è, quindi, in grado di fornire alla propria Clientela un’assistenza completa per qualunque tipologia di problematica legale.
Introduzione
Quando siamo chiamati ad occuparci del tema “recupero crediti” istintivamente ritornano a noi temini come, ingiunzione di pagamento o pignoramenti, che di per sé rappresentano solo alcuni atti di procedimenti di natura legale ben più complessi. In questa, semplicistica, sintesi, l’Avvocato è chiamato a divenire attore co protagonista del cosiddetto “recupero crediti”, divenendo figura di riferimento imprescindibile.
In verità il processo di gestione del credito deve includere, a mio parere, tutta una serie di azioni preliminari, sia cognitive che di natura informativa, che ritengo debbano essere necessariamente svolte, prima di procedere oltre con azioni di natura giudiziale e che vedremo in seguito.
Avvocati quale ruolo nel recupero crediti giudiziale?
In veste di Avvocato chiamato ad occuparmi di recupero credito, sia per credito personale che di azienda, mi sento obbligato a rendere al cliente ogni informazione di natura preliminare che possa restituire una cognizione di natura tecnica-legale che, seppur sintetica, mira a rendere informazioni fruibili, anche a soggetti anche non qualificati, con l’intento che gli stessi diventino coscienti, partecipi di ogni successiva determinazione. Ed in tale prospettiva, per prassi, apro lo scambio di informazioni attraverso alcuni quesiti di natura esplorativa:
Sussiste un titolo legittimamente sostenibile sottostante il credito commerciale inadempiuto? Il credito è liquido ed esigibile? Rientra tra i cosiddetti importi di modesto valore? Vi sono ostacoli o opposizioni formali alla richiesta di saldo?
Ritengo fondamentale, quindi, dare corso ad un primo approccio che possa coinvolgere il cliente, nel tentativo di poter rendere a questi le nozioni essenziali, sia di natura legale che fiscale, che possano poi determinarlo nelle scelte operative successive.
Recupero crediti commerciali e fase stragiudiziale
Prima di dar corso al recupero crediti giudiziale il che vuol significare procedere subito con ogni mezzo processuale esecutivo e di garanzia o addirittura cautelare disponibile, ritengo sia utile far presente che esistono una serie di azioni di natura strettamente stragiudiziale che si possono compiere. Le attività giudiziali hanno un costo importante, che seppur oggetto di preventiva valutazione, non sempre sono giustificabili, sinonimo di garanzia o di un esito positivo. Ciò premesso, ritengo sia consigliabile, ove non sussistano motivi di pericolo determinati dal ritardo, azionare una serie di strategie che potremmo definire di natura bonaria. In tale ottica, ad esempio, prendere diretto contatto con il proprio interlocutore, con le vecchie formule di stile, al fine di promuovere un utile confronto contabile con il proprio cliente debitore è tecnica che personalmente condivido. Solo in assenza di un fattivo riscontro allora si rende necessario passare ad un livello superiore, ma ancora gestibile dal cliente direttamente attraverso un semplice sollecito, che stavolta dovrà essere formale e tracciabile in cui inserire le circostanze fondamentali del credito. Ove anche tale ultimo tentativo non sortisca alcun risultato fattivo, allora l’intervento dell’Avvocato si rende necessario, che potrà prendere forma attraverso il cosiddetto sollecito ultimativo, con costi legali che potranno essere riversati al debitore. L’Avvocato del sollecito ultimativo è chiamato, preliminarmente, a dare preventivo corso ad ogni mezzo di natura investigativa che la legge gli mette a disposizione, visure di natura immobiliare, visure anagrafiche, ricerche tramite Web e Social, ecc, che potranno essere utili nella eventuale fase giudiziale.
L’obiettivo di queste attività di contatto è chiudere la trattativa prima di adire alle vie legali, con tipologie di accordo mirate.
Aziende e Avvocati nel recupero crediti
Nel mondo delle aziende, solo le realtà più strutturate o particolarmente complesse possiedono al proprio interno degli esperti che gestiscono il recupero legale. Nella maggior parte dei casi l’azienda si affida a un Legale esterno di fiducia per gestire una serie di incombenze e casi, tra cui spesso rientrano le pratiche di recupero crediti. Il legale svolge, quindi, il ruolo di consulente per comprendere quale sia la miglior soluzione per l’azienda e, nel caso del recupero crediti, gestisce operativamente la pratica. L’esperienza e la specializzazione è però un elemento importante per ottenere dei risultati.
Una soluzione operativa interessante, che permette alle aziende un contenimento dei costi legali di esercizio, può essere rappresentato dall’utilizzazione, per la gestione del recupero crediti, di contratti di abbonamento annuale.
Alcuni cenni del rapporto tra fiscalità e gestione del credito.
Con la risposta n. 485 del 3 ottobre 2022, l’Agenzia chiarisce che, in linea generale, è possibile esercitare il diritto alla detrazione dell'Iva oggetto di tempestiva variazione, direttamente in sede di dichiarazione annuale relativa all'anno in cui la stessa nota è stata emessa, indipendentemente dalla mancata insinuazione al passivo del credito e anche in assenza dell'accettazione del curatore, posto che la normativa Iva non pone a carico di quest'ultimo alcun adempimento fiscale.
L’art. 101, co. 5, del DPR 917/1986 stabilisce che gli elementi certi e precisi della perdita su crediti si ritengono automaticamente sussistenti “quando il credito sia di modesta entità e sia decorso un periodo di sei mesi dalla scadenza di pagamento del credito”. Al fine di accedere al beneficio della deducibilità, è, quindi, necessario che il credito da cui è derivata la perdita soddisfi, congiuntamente, due condizioni:
il termine di scadenza del proprio pagamento è decorso da almeno sei mesi;
è di modesta entità, ovvero non supera l’importo di euro 5.000 per le imprese di più rilevante dimensione (art. 27, co. 10, del DL 185/2008), ed euro 2.500 negli altri casi.